Link allo store: Manuale di Intelligence e Servizi segreti

a cura di Gaetano Mauro Potenza

Difficile tenere tra le mani il manuale di Alberto Pagani e non pensare al maestro Cossiga. Il suo richiamo ad Abecedario[1] è evidente dal sottotitolo “Antologia per principianti, politici e militari, civili e gente comune”, ma è altrettanto difficile non scorgere all’interno del volume un fil rouge che l’autore richiama attraverso le citazioni di alcuni pensatori come lo scrittore Paulo Coelho “nulla succede per caso nella magia del mondo” lasciando intendere che esiste una conoscenza con un grado più elevato, quasi sottile, del mondo.

Ed è proprio la conoscenza il tema centrale del volume, il cui compito è affidato ad un apparato particolare dello Stato, il comparto intelligence, con una interpretazione sottesa dell’autore che richiamando la filosofia platonica, parla di una conoscenza che appartiene ad un grado superiore rispetto al comune sentire. Il rifarsi alla coscienza collettiva è evidente soprattutto nella ricostruzione geopolitica attuale, scontro per il dominio delle idee tra civiltà, che sembrano sottolineare il complicato periodo di transizione in cui viviamo, un momento escatologico della storia, in cui le menti del mondo che sono grate al Demiurgo convergono all’unisono per un bene che neanche loro comprendono.

Ed è curioso, come le coincidenze che mi hanno portato a scrivere la recensione del libro dimostrino proprio l’importanza “dell’insostenibile strategia del pensiero”, per citare proprio l’autore, ed il profondo senso dell’Anima Mundi. Il collegamento con l’autore arriva nel momento in cui sto cercando di sintetizzare in una piccola opera il lavoro d’intelligence privata che effettuano gli operatori di security all’interno delle imprese del sistema Paese Italia. Tema estremamente centrale per l’attuale contesto geopolitico, quello dell’intelligence economica, e profondamente sviscerato nel manuale. Ma la conferma che “nulla succede per caso nella magia del mondo” l’ho avuta leggendo la prima pagina: il libro è dedicato alla memoria “degli uomini ombra”, ai caduti dell’intelligence, gli stessi caduti a cui ho dedicato la mia tesi di laurea magistrale.

Ci troviamo di fronte ad un manuale il cui scopo, come giustamente viene evidenziato nella prefazione, è la divulgazione e la didattica. In merito al carattere didattico l’autore sembra voler risvegliare proprio la coscienza delle menti che potrebbero essere preposte al supporto del Nostro Paese. Impresa ardua, ma da sostenere, per due aspetti sostanziali: il primo di carattere storico ed il secondo culturale. Seppur la riforma dei servizi d’intelligence italiani del 2007 pone tra i suoi obiettivi la diffusione della cultura di intelligence, la storia dei nostri servizi segreti è macchiata da fatti di cronaca che identificano il comparto come un qualcosa di lontano dal cittadino e dedito ad affari, leciti e non, esclusivamente di Stato. Pagani va oltre il semplice scopo di diffusione della cultura della sicurezza nazionale cercando di redigere, raccogliendo il testimone di Cossiga, un manifesto di costituzione di una Intelligence Community italiana. Costituzione che, come si legge tra le righe del volume, risulta indispensabile perché l’unica che può essere capace di ricreare un pensiero sotteso ad una classe dirigente allargata che, tramite il suo lavoro, può garantire la Sicurezza Nazionale nel suo complesso. Se c’è infatti un limite nel sistema nazionale odierno è quello della cessazione di canali di segnalazione della classe dirigente che sappia raccogliere l’eredità e l’identità della civiltà occidentale e che si occupi, a prescindere dall’ideologia da cui provenga, del bene collettivo. L’Italia, che ha il primato della cultura greco-romana e cattolica su cui è stata fondata la civiltà occidentale, deve ricreare le condizioni per un nuovo risorgimento affinché il Continente Europeo possa uscire dalla morsa in cui è stretto tra le correnti di pensiero che soffiano dalla Steppa e dall’estremo occidente.

Ed è proprio sul disordine culturale che si gioca la battaglia principale del mondo moderno e da cui scaturiscono le discordie geopolitiche, come esplica Caligiuri nella prefazione del volume “il terreno di battaglia principale, attraverso media e social media, è rappresentato dal controllo, anche ai fini commerciali, del nostro cervello, il quale è composto da circa cento miliardi di neuroni, che interagiscono tramite segnali e determinano comportamenti individuali che interagendo con gli altri negli stessi ambienti producono atteggiamenti culturali e comportamenti collettivi”.

Per tale ragione compito dell’intelligence moderna è lo studio filologico del cyberspazio e delle sfide più imminenti per la nostra civiltà, dalle fake news alla privacy, passando per le nuove forme di guerre ibride e commerciali. Il tema centrale, infatti, non è tanto lo studio dello strumento informatico che attiene più ai tecnici dell’ICT, ma le conseguenze che l’interazione tra la mente umana e rete internet provocheranno nel lungo periodo. Se la civiltà odierna si basa sulla ricerca spasmodica del consenso, dal giovane influencer al politico nazionale, bisognerà sicuramente comprendere chi regola il nuovo spazio virtuale in cui il consenso si forma e si diffonde e quali sono le principali implicazioni per lo Stato moderno. Tale fenomeno nel breve periodo ha distrutto completamente la verità a vantaggio delle fake news in quanto aggiungere consenso sul consenso risulta l’unico imperativo categorico. Ecco il motivo per il quale siamo ormai entrati nella fase in cui le persone vedono solo quello che vogliono vedere.

Parte del manuale viene poi dedicata, attraverso una consecutio logica perfetta, a come gli Stati hanno affrontato i temi dei cambiamenti e le sfide della storia attraverso la ricostruzione delle strutture dei servizi segreti dei vari Paesi. Argomento assolutamente indispensabile poiché è dallo studio dell’organizzazione dei servizi segreti che si comprende l’anima profonda dello Stato ed i suoi interessi nazionali. Da questo studio, infatti, si possono percepire le diverse interpretazioni della Storia delle nazioni, come il Mossad che combatte una guerra per la sopravvivenza stessa dello stato di Israele o come i servizi cinesi che, attraverso quanto si evince dal volume dei Gen. Qiao Liang e Wang Xiangsui[2], combattono una guerra senza limiti in cui tutto il mondo ed ogni aspetto della vita sociale è un campo di battaglia. Un campo di battaglia solcato, come giustamente sottolinea l’autore, da mafie, terroristi, hacker e speculatori finanziari sul quale la parte di sicurezza privata ed intelligence economica deve giocare un ruolo primario.

Se dunque dalla “invariante” dello Stato, ossia dall’intelligence, così come A. Pagani la definisce nel suo manuale, si desume la visione del mondo dello Stato, la parte che l’autore dedica alla geopolitica è estremamente interessante e conferma la visione escatologica della storia con lo scontro del pensiero delle Potenze Mondiali. La fine dell’americanizzazione della globalizzazione, come la definisce G.E. Valori nel suo volume “Geopolitica dell’Incertezza[3], ha provocato una nuova visione statunitense fondata su un sistema di sicurezza mondiale delegato ai suoi più stretti alleati e sul riposizionamento geografico del planisfero, inserendo al centro non più il vecchio continente ma la Silicon Valley come nucleo di irradiazione del pensiero moderno nel mondo.  Nucleo di irradiazione che spiega l’apertura della partita sulla guerra commerciale perpetuata da Trump attraverso i dazi e la marcatura stretta delle aziende tecnologiche concorrenti come Huawei. Aziende che non sono solamente un semplice competitor in quanto tale ma incarnano una diversa visione strategica; basti pensare che in Huawei gli impiegati hanno la partecipazione agli utili dell’impresa. Apparente o meno che sia la loro partecipazione inverte completamente l’idea di capitalismo su cui abbiamo basato il mondo post Yalta. Tali convergenze hanno di fatto ridato vita al c.d. Grande Gioco con l’inserimento di due vecchi imperi nella partita mondiale la Russia e la Cina. Una visione di supremazia confuciana, quella cinese, espressa nella strategia di più ampio respiro della storia moderna, la Nuova Via della Seta, ed una missione quella Russa di restaurazione del pensiero tradizionale dell’impero euroasiatico, mutata dal pensiero evoliano e perpetuata attraverso il multipolarismo.

L’ultima parte del manuale è dedicata ai metodi con cui opera l’intelligence. Approfondendo lo studio del pensiero umano e le teorie di sociologia dell’organizzazione, l’autore sviscera il dilemma odierno delle intelligence: i Servizi Segreti da una parte devono fare i conti con le nuove interazioni tra pensiero umano e macchina – gli sviluppi intuiti da Cambridge Analitica potrebbero modificare la nuova disciplina della Social Network Humint – dall’altra il metodo scientifico su cui si basa il loro lavoro di analisi potrebbe non essere più sufficiente a garantire al decisore un quadro di informazioni coerenti al fine di compiere una scelta. L’intelligence è chiamata, nel disordine internazionale, a fare un passo di qualità, dal prevedere scenari probabili ad essere in grado di ascoltare i c.d. segnali deboli e isolati. Gli unici indizi capaci di prevedere la formazione dei c.d. cigni neri. Su questo aspetto la formazione di una intelligence community, composta da una nuova classe dirigente abituata a trattare determinati temi, potrebbe fare la differenza al fine di superare le dissonanze cognitivi tra nuove informazioni, che apparentemente sembrerebbero surreali ma che nascondo segnali deboli, e quelle che il comparto già possiede.

Appare fortemente ribadito nel manuale, e di questo sono grato all’autore, che l’informazione elaborata sia fondamentale per assumere decisioni sia nel contesto pubblico che privato. In un contesto dove la coesione di una nazione, come richiama l’autore, non deriva più dalla minaccia militare ma da una minaccia economica, ponendo al centro degli studi strategici la geoeconomia, diviene fondamentale ridefinire nel nostro Paese una intelligence economica. Se la nazione subisce un attacco quando il suo comparto economico viene danneggiato appare evidente che siamo difronte alla necessità di una revisione dei rapporti tra Stato, Industria ed Intelligence. Una intelligence condivisa, basata proprio sulla community, che abbia come punto cardine le intuizioni che Harbulot e Baumard avevano avuto soprattutto nel modo di incoraggiare le attività di intelligence a livello d’impresa.

Ai principianti, politici e militari, civili e gente comune dunque suggerisco di leggere questo libro al fine di perpetuare un risorgimento del bene collettivo e di installare il seme di quello che i cinesi chiamano Citizen Intelligence e che in Italia potrebbe essere la formazione dell’Intelligence Community.

Note:

[1] F. Cossiga, I servizi e le attività di informazione e di controinformazione. Abecedario per principianti, politici e militari, civili e gente, Ed. Rubbettino, 2012

[2] Libro che ho letto per intero solo di recente che illustre con un anticipo sui tempi (1995) che cos’è veramente la guerra asimmetrica.

[3] G.E. Valori, “Geopolitica dell’incertezza”, Rubbettino, 2017

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