Il fenomeno migratorio che ha colpito l’Italia e l’Europa negli ultimi anni ha rappresentato, in particolare nel 2017, l’argomento principale di dibattito in seno ai palazzi europei, ed è stato fonte di interesse e di presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica.

La crisi migratoria in atto ha costretto l’Unione Europea e i governi nazionali a confrontarsi con una situazione mai verificatasi prima in queste dimensioni, ed ha anche significato l’inizio di un nuovo impulso europeo verso politiche estere e di difesa.

Gli interessi dell’Unione Europea nella gestione dei flussi migratori rispondono alla necessità di contrastare l’immigrazione irregolare nel rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano. Di qui l’esigenza e l’urgenza di adottare soluzioni e risposte concrete per arginare un fenomeno di dimensione epocali che si manifesta nelle diverse rotte migratorie attraverso le quali approdano ogni anno nel nostro continente centinaia di migliaia di migranti e rifugiati provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia.

Nei primi sei mesi del 2017 il numero di migranti che hanno raggiunto l’Italia ha rappresentato il momento più critico e pressante alle frontiere esterne dell’Unione Europea dalla stipula dell’accordo con la Turchia a marzo 2016. Dopo questa crisi, dal mese di luglio il numero di arrivi è iniziato a calare costantemente, e nel 2017 l’Italia ha visto una notevole diminuzione del numero di migranti sbarcati sulle proprie coste in confronto all’anno precedente.

Lo scorso, infatti, sono stati registrati circa 119 mila migranti, con un calo del 34% rispetto al 2016, quando ne giunsero 180 mila.

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