Sebbene si possa accertare la presenza dei primi programmi di de-radicalizzazione intorno alla fine degli anni settanta del secolo precedente, come venne organizzato e promosso dal PLO (Palestinian Liberational Organisation) per smantellare la cellula di Settembre Nero, lo studio a livello accademico ed analitico riguardante l’abbandono del gruppo terroristico da parte di un terrorista si è sviluppato essenzialmente a partire dal secondo attentato al World Trade Center di New York nel 2001.

L’interesse tardivo rispetto all’esigenza immediata di rispondere alle minacce terroristiche da parte dei governi e delle agenzie di sicurezza nazionali impone il chiarimento di due vocaboli fondamentali, come terrorismo e radicalizzazione, per comprendere al meglio sia questo lasso temporale ampio sia l’argomento chiave di quest’analisi.   

Seppur presente quotidianamente nei mass media e nei dibattiti sulla sicurezza nazionale, il vocabolo terrorismo può risultare non di facile comprensione perché è un fenomeno sociale che non ha una definizione precisa. Max Taylor e Bruce Hoffman, due grandi luminari e studiosi del terrorismo, individuarono addirittura ben 210 definizioni riguardanti il fenomeno. Le motivazioni per le quali una definizione precisa e condivisa internazionalmente sia così difficile da trovare sono da ascrivere in parte al mutamento temporale e storico che il fenomeno ha avuto, ma anche alla soggettività dell’attività terroristica. 

 

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