La resilienza è definita in letteratura come la capacità di un sistema di assorbire il rumore, inteso come qualsiasi forma di disturbo rispetto all’andamento normale degli avvenimenti, e riorganizzarsi in modo tale da mantenere essenzialmente funzioni, struttura e identità originarie intatte. In realtà non si tratta solo di questo: essere resilienti significa saper trasformare circostanze svantaggiose, avvenimenti traumatici in un’opportunità di rivalutazione ed evoluzione del proprio sistema, individuando nuove e più adatte traiettorie da seguire. In questo senso la resilienza non è solo resistenza, robustezza, ma anche e soprattutto capacità di adattamento costruttivo. Il focus è posto sulla dinamica del sistema, quando esso è disturbato rispetto al suo stato modale. Ogni sistema è costituito da dinamiche nidificati che operano secondo particolari scale organizzative, i sottosistemi, che vanno, per esempio, dalle famiglie, alle città, alle nazioni. Così, in un sistema resiliente i disturbi hanno il potenziale per creare opportunità a tutti i livelli, in modo differente, ma concentrico.
Di recente, il concetto di resilienza ha vissuto una notevole diffusione, in virtù della sua applicabilità a diversi livelli e contesti e del suo significato connotato da una sfera valoriale totalmente positiva…
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