Il referendum turco non ha semplicemente influenzato, contrariamente a quanto si possa pensare, la politica interna del Paese, ma ha registrato fondamentali ripercussioni anche nel panorama internazionale.

Fino al 16 aprile 2017, infatti, la Repubblica Turca, nata agli inizi degli anni ’20, aveva un sistema di Governo molto simile a quello Parlamentare tipico del nostro Paese.

Il Presidente della Repubblica, eletto direttamente dal popolo attraverso elezioni ogni 4 anni, aveva principalmente incarichi di rappresentanza. Il potere era diviso tra la Grand Assembly e il governo, impersonato nella figura del Presidente del Consiglio e i vari ministri.

La Grand Assembly of Turkey è l’equivalente italiano del Parlamento. Composto da 550 seggi, rappresenta gli 85 distretti elettorali turchi. Per potervi accedere, i partiti devono superare lo sbarramento al  10 percento dei consensi. Il Parlamento è l’organo legislativo dello Stato e, come in Italia, ha il compito di varare leggi ed approvare il bilancio.  Il governo, invece, incarnato nella figura del Presidente del Consiglio dei Ministri, era il portatore del potere esecutivo e viene eletto ogni 5 anni.

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