Nuovo attentato a Parigi, lupo solitario o attacco guidato?

Di Nicola Fedeli

L’attacco

Figura 1 Mappa luogo dell’attacco

La sera del 20 aprile, lungo gli Champs Elysees parigini, un uomo armato di Kalashnikov ha sparato diversi colpi dalla sua auto contro un pulmino della polizia francese, uccidendo un poliziotto e ferendone altri due – di cui uno ancora in condizioni critiche – prima di essere abbattuto durante la tentata fuga a piedi. L’attacco è stato classificato come terrorismo dalle autorità francesi, che nella sua auto hanno rinvenuto documenti assieme ad un fucile a pompa e diversi coltelli. L’attentatore, identificato come Karim Cheurfi – nato in Francia e residente nel distretto suburbano parigino di Seine-et-Marne – era già sotto sorveglianza da parte dei servizi di intelligence francesi per aver sparato 5 colpi di pistola, 16 anni fa, contro un poliziotto al quale aveva sottratto la pistola durante un controllo. In quell’occasione il poliziotto sopravvisse, e Cheurfi fu condannato a diversi anni di reclusione.

Analisi: Modus operandi e attentatore

Nonostante la matrice jihadista dell’attacco appare più che comprovata, diverse incognite caratterizzano l’analisi dell’attacco di ieri a Parigi.

Figura 2 La rivendicazione dell’attacco da parte di IS tramite Amaq News

Lo Stato Islamico, tramite la sua agenzia di stampa Amaq, ha prontamente rivendicato l’attacco, indicando in aggiunta il nome del perpetratore come Abu-Yusuf al-Baljikia, o più semplicemente “il Belga”. La veridicità della comunicazione non è stata confermata dalla Polizia francese. L’insolita rapidità con cui IS ha rivendicato l’attentato, e i dettagli forniti circa l’aggressore possono far pensare ad un attacco pianificato e messo in atto direttamente in coordinamento con vertici di cellule di IS in Europa, e non, come in altri casi, di attentatori fai-da-te. Il Il fatto che le identità rilasciate da IS e dalla polizia francese non combacino non deve portare a conclusioni affrettate, dal momento che i cosiddetti Mujaheddin, combattenti del Jihad, hanno spesso rinnegato i nomi di battesimo per adottare nomi di battaglia, formati dal nome del padre (Abu significa padre in arabo) e indicanti il paese di provenienza del combattente (il “Belga”).

Inoltre l’arma usata, un fucile d’assalto Kalashnikov, sembra corroborare più l’ipotesi di un attacco preparato in coordinamento con una cellula. Data la difficoltà nel procurarsi fucili d’assalto in Europa, e in special modo visto l’attuale livello di emergenza in Francia, lupi solitari senza nessun contatto diretto con cellule o organizzazioni si affidano generalmente a modus operandi e strumenti decisamente più rudimentali e accessibili, come coltelli, pistole o veicoli. Il precedente attacco in Francia con armi automatiche risale alla strage del Bataclàn del 2015, attacco pianificato ed eseguito in diretto collegamento con cellule dello Stato Islamico.

Implicazioni e Previsione

Negli ultimi anni, la Francia, e specialmente Parigi, sono state teatro di molteplici attacchi terroristici perpetrati da individui o cellule jihadiste e risultati nella morte di oltre 230 persone. Nonostante la massiccia presenza di militari e polizia a sorvegliare luoghi sensibili nella capitale, un altro attacco è risultato nell’ennesima vittima.  Un trend interessante mostra come, al contrario di altre città europee bersagliate dai terroristi, a Parigi il bersaglio preferito si stia spostando progressivamente dai civili a militari e forze di polizia.

L’attacco avviene a soli tre giorni dal primo round delle elezioni presidenziali francesi. La provvisione di sicurezza nei principali centri urbani, già alta per via dello stato d’emergenza, verrà ulteriormente innalzata. Dato il valore altamente simbolico delle imminenti elezioni e la loro massiccia copertura mediatica, la Francia, e Parigi in particolar modo la sua capitale, si configura come un bersaglio estremamente attraente per cellule jihadiste e lupi solitari in cerca di gloria.  Se l’origine belga dell’attentatore dovesse essere confermata, questo costituirebbe un nuovo duro colpo alla cooperazione tra agenzie di sicurezza nell’area Schengen. Ad ulteriore riprova di un reale rischio di ulteriori attacchi, martedì due uomini sono stati arrestati a Marsiglia in quanto sospettati di pianificare operazioni in concomitanza con le elezioni presidenziali in Francia. Nella casa di uno dei due la polizia ha trovato 3Kg di esplosivi artigianali e una bandiera dello Stato Islamico. Anche in questo caso, il livello di esperienza e contatti richiesto da una tale operazione fa pensare più a connessioni con cellule che a attentatori fai-da-te.

Attacchi o episodi di violenza con il coinvolgimento di forze dell’estrema destra francese sono anche possibili, con un limitato rischio di “falsi attacchi” a matrice islamista volti ad innalzare tensione sociale e influenzare le imminenti elezioni. In un clima politico teso per la campagna elettorale e la visione nazionalistica del Fronte Nazionale guidato da Marie Le Pen, attacchi come quello di ieri possono avere un pesantissimo impatto sull’esito delle elezioni. Come confermato dalla copertura mediatica sull’attacco, l’allarme terrorismo e dibattiti su temi come integrazione, immigrazione e membership nell’UE sono tornati prepotentemente di attualità nel panorama politico sociale francese. Molti leader hanno espresso il loro cordoglio per l’accaduto. In particolare, a conferma del peso significativo dell’evento per il panorama politico francese ed europeo, Donald Trump ha dichiarato che l’attacco avrà un peso significativo sulle elezioni francesi, e che i Francesi mostreranno di non tollerare ulteriori tragedie.

Sintesi Analisi

  • L’attacco si configura più come operazione pianificata con supporto di una cellula.
  • La Francia rimane al centro dell’attenzione della campagna di violenza di IS.
  • Il bersaglio degli attacchi si sposta crescentemente verso forze armate e di polizia.
  • L’impatto di attacchi in Francia è amplificato dalle imminenti elezioni.
  • Altri attentati sono prevedibili dato il delicato momento per la politica francese e la massiccia copertura mediatica.
  • In aggiunta a questioni di sicurezza, attacchi perpetrati in Francia nel mese di aprile costituiscono un fattore fondamentale per l’esito delle elezioni presidenziali.

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