Le relazioni inter-regionali tra Siria e Turchia sono tra gli aspetti geopolitici più importanti per comprendere l’attuale situazione di conflitto in Medioriente.

Da fedele partner commerciale e militare, la Turchia ha radicalmente modificato, a seguito delle primavere arabe del 2011, il suo atteggiamento verso il regime di Bashar Al-Assad. Il conflitto siriano è la chiave per comprendere l’attuale clima da guerra fredda, che regna nella regione del Tigri e dell’Eufrate.

L’attacco americano, che alle 2:45 (ora italiana) del 7 aprile 2017, ha visto il lancio in successione di 59 Tomahawk, missili da crociera a lungo raggio, dai due cacciatorpediniere americani USS Porter e USS Ross nel Mar Mediterraneo, è stato accolto con favore da Ankara, che in un comunicato ufficiale ha da subito auspicato una maggior ruolo statunitense nell’area, al fine di “punire Assad per i reati da lui commessi”.

In questa analisi, verranno analizzati i rapporti diplomatici tra Damasco e Ankara, cercando di comprendere i motivi alla base del cambio di strategia turco, nei suoi rapporti inter-diplomatici con Damasco. Inizialmente, verranno menzionate tre diatribe, che stanno alla base dei difficili rapporti tra i due Stati: L’ Alexandretta Issue; la questione idro-strategica del progetto di sviluppo regionale Sud-Orientale dell’Anatolia (GAP); e la questione curda, la quale, nel 1998, portò i due governi a sfiorare il conflitto armato. L’analisi proseguirà poi considerando le primavere arabe del 2011.

In ultima istanza, verrà poi presa in considerazione l’azione militare della notte tra il 6 e 7 aprile 2017 che vide, per la prima volta dall’inizio del conflitto siriano, navi da guerra americane colpire bersagli governativi siriani.

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