Dall’11 settembre in poi il Sud Est Asiatico è stato testimone di vari attacchi terroristici portati avanti principalmente dal gruppo Jemaah Islamiyah, affiliato ad Al Quaeda. Tra questi episodi vanno sicuramente ricordate le bombe esplose a Bali nel 2002, al hotel J.W. Marriott in Jakarta nell’agosto del 2003, a bordo del Super Ferry 14 nel sud delle Filippine nel 2004, questa serie di attentati, che colpirono varie grandi città della regione, venne considerata terminata con l’attentato al Ritz-Carlton a Jakarta nel 2009. Dal 2010 fino al 2016, infatti, nel Sud Est Asiatico non si è assistito a nessun attacco terroristico in grandi aree urbane, malgrado il fatto che vi siano stati sporadici scontri violenti tra forze di sicurezza e gruppi militanti, soprattutto nel sud delle Filippine e a Poso, nella regione centrale di Sulawesi, in Indonesia.
Per spiegare questa repentina assenza di azioni terroristiche in un’area che fino al 2009 era stata al centro di una campagna del terrore ben definita devo essere menzionati alcuni fattori: una migliorata capacità di portare avanti azioni di controterrorismo delle forze di sicurezza della regione, perdita di consenso dei gruppi jihadisti nelle realtà mussulmane data l’indiscriminata uccisione di innocenti negli attacchi terroristici, rivalità e nascita di fazioni interne agli stessi gruppi.
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