La vittoria del candidato repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha costituito per molti un effetto sorpresa. Una più attenta analisi e valutazione del background che ha determinato la sua vittoria, rende, tuttavia, questo risultato meno imprevedibile.

La sostanziale debolezza della candidata avversaria e il clima di pesante insoddisfazione che attraversa gli USA, a cui fanno eccezione solo gli Stati più ricchi, hanno costituito un fertile terreno per il progetto “Make America great again” di Trump, improntato, in modo particolare, al protezionismo, alla lotta al terrorismo e all’immigrazione clandestina, nonché ad un evidente cambio di tendenza, sia in campo di politica estera, che interna, rispetto all’amministrazione Obama; a tali elementi va aggiunto il non trascurabile dato della forte risonanza che Trump ha sempre avuto negli USA, essendo stato al centro della loro realtà per trent’anni.

Questo breve elaborato si prefigge lo scopo di mettere in luce, con un approccio obiettivo e scevro di valutazioni personali, le prime azioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti all’alba del suo mandato, tenendo presente i meccanismi di voto che hanno portato alla sua vittoria, quanto da lui affermato in campagna elettorale e, in modo, particolare, il seguito che tali propositi stanno avendo nei principali teatri internazionali.

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