Nel variegato panorama dello jihadismo mondiale sono poche le organizzazioni che hanno mostrato una resilienza pari a quella di Al-Shabaab. Nata come braccio armato dell’Unione delle Corti Islamiche (UCI) nel 2008, nel 2013 l’organizzazione sembrava prossima al collasso mentre ad oggi rappresenta uno degli attori più potenti della Somalia. L’evoluzione strategica degli ultimi quattro anni, dall’arrivo al potere del nuovo emiro Abu Ubaidah, non potrebbe essere spiegata alla luce della mera brutalità mostrata dagli Shabaab, né tantomeno dalla crisi dell’AMISOM. È evidente che un’organizzazione capace di attuare questo genere di riscossa ha una strategia, ma soprattutto detiene una conoscenza del territorio in cui agisce superiore a quella dei suoi oppositori.

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