Qualche mese fa l’Eritrea, piccolo paese del Corno d’Africa, ha festeggiato i venticinque anni dall’indipendenza, ottenuta dopo anni di sanguinosi e tragici conflitti con la vicina ed eterna rivale Etiopia. L’indipendenza – raggiunta formalmente nel 1991 con la fine del conflitto etiope-eritreo, ma sancita ufficialmente a seguito del referendum popolare avvenuto due anni più tardi – è arrivata dopo una guerra trentennale che ha sconvolto entrambi gli Stati africani. Inizialmente, come gran parte delle esperienze simili che hanno caratterizzato nel XX secolo molti stati africani, la lotta per l’indipendenza è stata vista, da parte della popolazione locale, come un’occasione unica per ottenere finalmente autonomia e sovranità, liberarsi dall’invasione straniera e dare concreto avvio allo sviluppo nazionale, dopo decenni in cui l’Eritrea era rimasta vittima di giochi diplomatici e di potere condotti dalle maggiori potenze internazionali. La realtà si è però rivelata diversa rispetto a quella tanto inseguita e agognata per molti anni.
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