Da diversi mesi, l’Etiopia sta vivendo un periodo di grande caos e instabilità, che potrebbe persino condurla sull’orlo di un conflitto civile. Anche se ciò non avvenisse, la situazione attuale resterebbe comunque sintomatica di un clima generale di tensioni e contrasti socio-politici che, da sempre, caratterizzano questo Paese africano e che, in passato, hanno più volte causato colpi di stato, sia falliti che riusciti, e l’affermazione di regimi autoritari. Nell’ultimo periodo, il Paese è stato sconvolto da una serie di proteste popolari, portate avanti soprattutto dalla comunità degli Oromo. Esse non costituiscono, però, l’unico recente caso di contrasti verificatosi all’interno dell’Etiopia, soprattutto tra una comunità locale e il governo centrale. Infatti, anche gli Amara e gli Welkait sono scesi in piazza per chiedere la tutela dei loro diritti nei confronti del governo di Addis Abeba. Non è facile capire se si tratta di proteste coordinate, che si fondano su una stessa matrice originaria, perché le diverse rivendicazioni particolaristiche hanno un ruolo significativo in un contesto come quello etiopico, caratterizzato da forti divisioni etniche. Ciò che è certo, è che a fronte delle recenti stime che sottolineano il positivo sviluppo economico del paese negli ultimi anni1, le tensioni interne continuano a persistere, generando un clima di perenne instabilità sociale e politica e di problematica fragilità istituzionale.
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