di Denise Serangelo
In un clima di totale insicurezza internazionale, che vede forze antagoniste infiltrarsi in modo occulto nei Paesi occidentali, la cooperazione per prevenire e gestire eventuali eventi traumatici come attentati terroristici e calamità naturali assume un significato rilevante.
Presso la cittadina di Olgiate Olona nei giorni dall’8 al 10 Aprile si tenuto il 1°campo scuola di Protezione Civile “Brughiera 2016” promosso dalla Sezione UNUCI di Gallarate e organizzato dai Comuni Capofila di Fagnano Olona e Olgiate Olona.
Alpha Institute, in qualità di osservatore esterno, è stato invitato a partecipare alle attività proposte per vedere in prima persona come si sviluppano le dinamiche di cooperazione tra volontari del soccorso, riservisti dell’Esercito e Protezione Civile.
Queste tre sono realtà complesse che si articolano in scenari quotidiani molto diversi tra loro, contestualizzarli tutti in una unica grande esercitazione ha richiesto un grado di collaborazione importante.
Volontari, riservisti e tecnici della protezione civile sono dovuti scendere a compromessi, hanno dovuto comprendere ed accettare le dinamiche di gruppo degli altri colleghi e non per ultimo si è dovuta creare una sinergia capace di rendere il loro lavoro sinergico ed efficiente.
Già solo in fase di pianificazione le reticenze e le difficoltà sono state molte ma puntando verso l’obbiettivo comune che era la riuscita dell’esercitazione si è riusciti a superarle brillantemente.
Come si è detto, lo scopo del Campo Scuola era quello di far partecipare attivamente i tre gruppi di volontari che in caso di necessità reale devono già saper collaborare insieme e non solo.
Uno degli scopi sul lungo periodo dell’esercitazione è quello di far diventare la Brughiera un momento di aggregazione capace di dimostrare le capacità operative della riserva dell’Esercito, in Italia ancora molto sottovalutata rispetto agli standard europei.
Questo risultato si potrà raggiungere solo continuando a lavorare ed a investire tempo e professionalità sulla formazione della riserva, che per poter rimanere operativa accanto ai colleghi in servizio dovrà rimanere aggiornata con l’evoluzione della realtà circostante.
Il campo scuola, da questo punto di vista, è risultato il metodo migliore con cui coinvolgere il personale civile derivante da realtà completamente diverse tra loro iniziando a dare loro una base di conoscenza in comune tra tutti.
Questi workshop dovrebbero essere distribuiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale così che ogni componente dei volontari dell’Emergenza sappia – almeno dottrinalmente – come lavorano i colleghi di altre sezioni.
Un risultato che si spera di raggiungere con una maggior consapevolezza circa l’importanza di fare fronte comune in caso di emergenza per soddisfare le esigenze del cittadino in difficoltà.
L’Esercitazione Brughiera 2016 è dunque una delle prime realtà in assoluto a far convergere in uno scenario ipotetico di calamità naturale e di pubblica sicurezza, la riserva militare, nelle varie tipologie previste “di completamento” e “selezionata”, delle diverse Forze Armate e Corpi Armati dello Stato, volontari del soccorso e della protezione civile.
Per tre giorni, dal mattino fino a notte fonda, oltre 350 volontari, con oltre 40 veicoli ed attrezzature speciali, si sono cimentati in complesse esercitazioni che, ognuno per la propria competenza, simulavano dal il pattugliamento al presidio di un tratto di strada obiettivi sensibili in aree extraurbane, fino ad arrivare all’attivazione delle procedure in caso di rischio nucleare, chimico, biologico e di recupero e soccorso per evento idrogeologico.
Per la riserva erano presenti circa 100 uomini distribuiti tra operativi e organi di staff.
Per le attività di presidio, UNUCI ha preso spunto dall’attuale scenario d’impiego chiamato “Operazione Strade Sicure” e ne ha ampliato lo spettro d’intervento, proponendo, come già avviene in altri Paesi Europei, il supporto della riserva nell’impiego in una attività operativa dell’Esercito ritenuta dalla cittadinanza come veramente utile ed efficace per la sicurezza collettiva.
Al di là della semplice esercitazione questa esperienza assume un valore esemplificativo per un nuovo modello di cooperazione tra Difesa e Sicurezza sul territorio nazionale per il cittadino comune.
Da diversi anni ormai si discute sulla difficoltà di avere una rete capillare di assistenza territoriale capace di arginare soprattutto la piccola criminalità locale ed essere prontamente impiegabile in caso di calamità ( naturale e non ).
Talvolta la criticità del momento richiedono la presenza di aliquote addestrate a muoversi in contesti con poco tempo e molti problemi di difficile risoluzione.
La Sezione UNUCI di Gallarate si è impegnata in prima persona perché gli uomini e le donne che non vestono quotidianamente una divisa possano dare il loro contributo fin d’ora nella società civile anche in qualità di esperti in gestione delle crisi.
L’aver prestato servizio in reparti operativi dell’esercito oppure in corpi militarmente ordinati ha creato in questi uomini e donne uno spaccato mentale che, unito alle competenze acquisite nella carriera professionale civile, può essere di grande contributo alle Istituzioni.
Quello che si sono dati come punto d’arrivo l’UNUCI e le altre realtà come Croce Rossa e Protezione Civile non ha certo una strada priva di ostacoli anche complessi.
In primis vincere la reticenza dell’opinione pubblica in molte realtà nazionali apertamente schierata contro un uso eccesivo e capillare dell’Esercito ( riservisti o meno che siano ).
In secondo luogo sarà complesso da parte delle autorità competenti fidarsi, almeno in una fase iniziale delle reali competenze degli organi affiancatori.
Queste due criticità possono essere superate attenendosi scrupolosamente ad un rigido codice di comportamento che esponga ai militari non più in servizio come agire in caso di pericolo o di ingaggio della minaccia.
Perché tutti si sentano davvero tutelati e non sottoposti ad uno stato di assedio in nome di un ritrovato stato di sicurezza, le attività elencate e tutte quelle che sono state visionate da Alpha Insitute hanno una solida base legale.
Tutte le singole attività di ogni singolo ente ed associazione partecipante, si sono svolto seguendo in modo rigoroso e scrupoloso le norme di legge imposte dallo Stato e le prescrizioni imposte dagli Organismi organizzatori.
Tutto si è svolto nella più totale sicurezza rispettando i dettami di collaborazioni che si devono assolutamente tenere in caso di reale necessità.
La collaborazione tra entità civili e militari della riserva, da cui è stato tratto lo spunto dottrinario alla base dell’evento, è stato espressamente stabilito anche nel Libro Bianco della Difesa:, questa nuova sinergia che si tenta di creare è una delle basi per il prossimo futuro degli assetti nazionali e non solo.
In un modo sempre più interconnesso e collegato la presenza di diversi media partner che hanno avuto il compito di raccontare l’esercitazione e il suo progetto, ha permesso sia agli organizzatori che agli esecutori materiali dei singoli scenari una ancora maggiore realtà nello svolgere le attività predefinite.
Il lavoro svolto da Alpha Insitute in qualità di osservatore esterno ed imparziale ha stimolato ulteriormente tutti i partecipanti a mostrare il meglio di questo nuovo progetto che ci auguriamo possa prendere le forme di un nuovo modello di Difesa e Sicurezza su base nazionale.