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Leggermente in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin è salito sul palco davanti ai delegati alle Nazioni Unite in occasione dell’Assemblea Generale. Con un discorso durato poco più di venti minuti, il Presidente russo ha toccato numerosi punti di criticità internazionale ponendo l’accento sul terrorismo islamico, in particolare sull’ISIS. Nel suo discorso Putin ha sottolineato come un esercito organizzato e ben armato come quello dell’ISIS non può essere nato da solo da semplici militanti islamisti, ma ci devono essere state delle macchinazioni alle sue spalle per renderlo così forte e minaccioso. A questo riguardo il Presidente russo ha portato all’attenzione dei presenti come la lotta al sedicente Stato Islamico deve essere una priorità per le Nazioni Unite e che non è possibile scindere la lotta al fondamentalismo di matrice islamico con il supporto logistico, sanitario, economico e militare ai Paesi attaccati dalle sue milizie. Per questa ragione è fondamentale non solo costituire una coalizione internazionale, ma dare il più ampio supporto allo Stato che era regolarmente al potere prima che la guerra lo colpisse: il governo di Assad e le milizie curde, come unici baluardi nella regione ad opporsi allo Stato Islamico, devono ricevere il sostegno incondizionato. A settant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla nascita delle Nazioni Unite, Putin rilancia questa coalizione internazionale – nella quale la partecipazione dei Paesi musulmani è fondamentale – sul solco dell’alleanza che unì Paesi diversi ideologicamente ed economicamente contro Hitler: è la ricerca del nemico comune, pericolo mortale per ogni Stato, a condurre il filo del discorso del Presidente russo.

La situazione creatasi in Medio Oriente non è tuttavia casuale: nella parte iniziale del suo discorso il Presidente russo ha sottolineato come l’esportazione della democrazia si è rivelata non solo fallimentare ma anche dannosa, portando l’anarchia nei Paesi nordafricani e mediorientali e contribuendo, come emerge più avanti nel suo discorso, alla crisi umanitaria che riguarda centinaia di migliaia di profughi. Secondo Putin infatti tale crisi è legata indissolubilmente al mancato intervento contro le milizie dello Stato Islamico e coloro che, non appoggiando il governo siriano, contribuiscono di fatto allo strapotere degli estremisti di Abu Bakr al-Baghdadi. Più passa il tempo e più tale situazione diverrà insostenibile e ingestibile, portando a una vera e propria diaspora del popolo siriano e iracheno e contribuendo – negativamente – alla stabilità dei Paesi europei dal punto di vista economica, che si trovano ad affrontare la più grande crisi migratoria. Per questa ragione ristabilire i legittimi governi in Libia, Iraq e Siria è funzionale al termine di tale crisi umanitaria, nonché è fondamentale per perseguire il reale obiettivo delle Nazioni Unite, ossia il mantenimento della pace.

Proprio nei riguardi del concetto di pace, Putin ha sottolineato come l’unico modo affinché sia risolta la crisi ucraina sia il rispetto completo degli accordi di Minsk. Secondo il Presidente l’integrità territoriale dell’Ucraina non può essere garantita con l’utilizzo delle armi e non può essere tollerato, da parte russa, la politica espansiva della NATO che, pur di perseguire i suoi interessi, ha appoggiato deliberatamente un golpe militare: questo non solo è ritenuto illegale da parte della Russia, così come le sanzioni unilaterali ormai considerate come una norma della diplomazia, ma anche un affronto nei confronti della visione e dello spazio geopolitico russo.

Con un breve accenno ai cambiamenti climatici, dove Putin sostiene come sia necessario adoperare nuove tecnologie che non siano dannose all’ambiente come quelle attuali, il Presidente russo propone la convocazione di un Forum speciale dell’ONU affinché si discuta del tema ambientale.

Come da Putin accennato all’inizio del suo discorso, la storia dell’ONU ha visto molte divergenze di opinioni tra gli Stati, specie tra quelli del Consiglio di Sicurezza: questo tuttavia non impedisce la costituzione di coalizioni internazionali o momenti di dialogo tra le parti nell’interesse comune.

Qui la trascrizione integrale del discorso.

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